Dizionario geografico, ouuero Descrizione di tutti i Regni, Provincie, Città, Patriarcati, Vescovadi, Forti, Fortezze, Cittadelle, ed altri luoghi considerabili delle Quattro Parti del Mondo. In cui in quel Regno, Provincia, e Distretto, questi Luoghi si trovano, i Principi da cui dipendono, e i Fiumi, Baie, Mari, Monti, ec. Su' quali sono situati, loro distanza da luoghi più riguardevoli del contorno, colla loro Longitudine, e Latitudine, giusta le migliori Carte. Tradotto dall'Inglese nel Francese, e dal Francese nell'Italiano. Dedicato all'Illustrissimo sig. Marchese D. Niccola Fraggianni Presidente Consultore del Regno di Sicilia, Capo di Ruota del Sacro Regio Consiglio e della Real Camera di S. Chiara, Delegato della Real Giurisdizione, e Prefetto de' Tribunali della Revisione e della Regia Annona e di questa Capitale di Napoli. Tomo 1
Persona, Storico britannico
Periodo: (1670–1730)
Note biografiche: Figlio del reverendo Thomas Echard, intorno ai diciassette anni, fu ammesso al Christ's College, dove conseguì la laurea nel 1692 e la laurea magistrale nel 1695. Divenne in seguito cappellano del vescovo di Lincoln. Si sposò due volte ma non ebbe figli. Per vent'anni visse a Louth e scrisse numerose opere compilative di storia, geografia e classici, oltre a tradurre Terenzio, Plauto. La sua traduzione della storia delle rivoluzioni d'Inghilterra di D'Orleans rimase il testo di riferimento fino alla pubblicazione della Histoire d'Angleterre di Paul de Rapin de Thoyras.
Periodo: (1670–1730)
Note biografiche: Figlio del reverendo Thomas Echard, intorno ai diciassette anni, fu ammesso al Christ's College, dove conseguì la laurea nel 1692 e la laurea magistrale nel 1695. Divenne in seguito cappellano del vescovo di Lincoln. Si sposò due volte ma non ebbe figli. Per vent'anni visse a Louth e scrisse numerose opere compilative di storia, geografia e classici, oltre a tradurre Terenzio, Plauto. La sua traduzione della storia delle rivoluzioni d'Inghilterra di D'Orleans rimase il testo di riferimento fino alla pubblicazione della Histoire d'Angleterre di Paul de Rapin de Thoyras.
Persona, Napoli
Ruolo: Tipografo
Periodo: (sec. XVIII)
Ruolo: Tipografo
Periodo: (sec. XVIII)
Persona, Magistrato
Ruolo: Dedicatario
Periodo: (1686–1763)
Note biografiche: Di nobile famiglia ricevette la prima educazione nella sua città natale, Barletta, presso il collegio gesuitico del Monte di pietà. A sedici anni si trasferì a Napoli per studiare diritto presso l'università partenopea, dove ebbe come maestri Giambattista Vico nella cattedra di retorica e G. Cusano in quella di diritto canonico. Quivi venne a contatto con il fior fiore dell'intellettualità cittadina che influenzà le sue ideee anticurialiste: D. Aulisio, Gaetano Argento, A. Ariani, C. Galiani e soprattutto C. Grimaldi e P. Giannone. Terminato il dottorato in diritto civile, Argento, dal 1709 reggente del Consiglio del Collaterale, lo designò, nel 1712, come aiutante di studio di G.B. Ravaschieri (reggente per Napoli del Supremo Consiglio d'Italia) nella sua missione a Vienna. Nell capitale austriaco F. si inserì nella vita intellettuale della città, frequentando assiduamente la ricchissima biblioteca cesarea, intraprendendo la stesura di una dissertazione sulla Debolezza dello spirito umano e un commentario del Dictionnaire di P. Bayle (rimasti ambedue incompiuti) e soprattutto intrattenendo rapporti con alcuni degli esponenti più in vista della repubblica letteraria europea, tra cui G.W. Leibniz. Nel 1724 il viceré F.M. von Althan nominò F. segretario del Collaterale: un incarico, questo, che immetteva il giovane magistrato in uno dei posti chiave dell'amministrazione dello Stato, in un momento in cui questa si trovava al centro di un durissimo scontro tra il partito curialista e quello giurisdizionalista. In questo periodo pubblicò Notamenti del Collaterale, iniziata, che si rivelano una fonte storica preziosa. Intorno al 1729 venivano diffuse a Napoli, le Riflessioni morali e teologiche sopra l'Istoria civile del Regno di Napoli del gesuita G. Sanfelice, che contenevano una durissima censura dell'opera di Giannone. Immediata fu la reazione di Garofalo, Grimaldi e dello stesso Fraggianni: il testo del bando di condanna, emesso dal Collaterale il 16 aprile, venne redatto proprio da Fraggianni. Alla morte di Argento (31 maggio 1730), F. gli successe nella carica di reggente del Collaterale fino al 1733, quando divenuto finalmente consigliere del S. Regio Consiglio, assunse l'ufficio di consultore ordinario del cappellano maggiore, la cui competenza si estendeva dal giudizio sulle questioni penali e civili del personale dello Studio napoletano alla concessione dell'imprimatur per la stampa, dalla sorveglianza sull'introduzione nel Regno dei libri a varie questioni di natura ecclesiastica. Dopo avere ottenuto il titolo marchionale nel 1734, solo pochi mesi dopo l'avvento di Carlo di Borbone al trono del Regno di Napoli, il F. veniva nominato, nel 1735, consultore di Stato a Palermo, e qui rimase fino all'estate del 1739, conquistandosi la piena fiducia del viceré B. Corsini. Nel 1740, ritornato a Napoli, veniva nominato, il 17 luglio, caporuota del Sacro Regio Consiglio e consigliere della Camera di S. Chiara, per assumere poi, nel 1743, anche la carica di prefetto del tribunale dell'Annona e l'ufficio di membro della delegazione della Real Giurisdizione. Un organismo, quest'ultimo, il cui compito era quello di impedire gli abusi, sia di carattere patrimoniale che giurisdizionale, dei vescovi, dei nunzi e dei collettori pontefici a danno dei cittadini del Regno, laici o ecclesiastici. Interpretò, durante l'intero periodo della sua carica, tutti gli articoli concordatari nel senso più restrittivo possibile per la giurisdizione ecclesiastica. Intorno al 1752 Tanucci elesse F. a suo consigliere ufficioso per la politica ecclesiastica, quando, con l'avvento al trono del piccolo Ferdinando IV di Borbone, di appena nove anni, si trovò a presiedere, nel 1759, il Consiglio di reggenza. Si aprì per F., un nuovo intenso periodo di attività, che raggiunse il suo apice dalla metà del 1761 alla primavera del 1763, in coincidenza con il sempre più deciso atteggiamento giurisdizionalista di Tanucci. La Curia romana organizzava, in quello stesso periodo, la resistenza contro la nuova offensiva regalista con la Relazione dei gravami della giurisdizione ecclesiastica nel Regno di Napoli e delle infrazioni al Concordato del 1762: erano elevate accuse e lagnanze vibratissime contro Tanucci e F. Quest’utlimo emanò nel febbraio 1762 una disposizione di non liceità, da parte del potere ecclesiastico, di comminare ai sudditi del Regno nessuna "imposizione o pena temporale". Tali ragioni ottennero una parziale soddisfazione: fu inviato da Roma un dispaccio della segreteria di Stato di Clemente XIII proprio il giorno della morte del F., avvenuta a Napoli il 9 febbr. 1763.
Ruolo: Dedicatario
Periodo: (1686–1763)
Note biografiche: Di nobile famiglia ricevette la prima educazione nella sua città natale, Barletta, presso il collegio gesuitico del Monte di pietà. A sedici anni si trasferì a Napoli per studiare diritto presso l'università partenopea, dove ebbe come maestri Giambattista Vico nella cattedra di retorica e G. Cusano in quella di diritto canonico. Quivi venne a contatto con il fior fiore dell'intellettualità cittadina che influenzà le sue ideee anticurialiste: D. Aulisio, Gaetano Argento, A. Ariani, C. Galiani e soprattutto C. Grimaldi e P. Giannone. Terminato il dottorato in diritto civile, Argento, dal 1709 reggente del Consiglio del Collaterale, lo designò, nel 1712, come aiutante di studio di G.B. Ravaschieri (reggente per Napoli del Supremo Consiglio d'Italia) nella sua missione a Vienna. Nell capitale austriaco F. si inserì nella vita intellettuale della città, frequentando assiduamente la ricchissima biblioteca cesarea, intraprendendo la stesura di una dissertazione sulla Debolezza dello spirito umano e un commentario del Dictionnaire di P. Bayle (rimasti ambedue incompiuti) e soprattutto intrattenendo rapporti con alcuni degli esponenti più in vista della repubblica letteraria europea, tra cui G.W. Leibniz. Nel 1724 il viceré F.M. von Althan nominò F. segretario del Collaterale: un incarico, questo, che immetteva il giovane magistrato in uno dei posti chiave dell'amministrazione dello Stato, in un momento in cui questa si trovava al centro di un durissimo scontro tra il partito curialista e quello giurisdizionalista. In questo periodo pubblicò Notamenti del Collaterale, iniziata, che si rivelano una fonte storica preziosa. Intorno al 1729 venivano diffuse a Napoli, le Riflessioni morali e teologiche sopra l'Istoria civile del Regno di Napoli del gesuita G. Sanfelice, che contenevano una durissima censura dell'opera di Giannone. Immediata fu la reazione di Garofalo, Grimaldi e dello stesso Fraggianni: il testo del bando di condanna, emesso dal Collaterale il 16 aprile, venne redatto proprio da Fraggianni. Alla morte di Argento (31 maggio 1730), F. gli successe nella carica di reggente del Collaterale fino al 1733, quando divenuto finalmente consigliere del S. Regio Consiglio, assunse l'ufficio di consultore ordinario del cappellano maggiore, la cui competenza si estendeva dal giudizio sulle questioni penali e civili del personale dello Studio napoletano alla concessione dell'imprimatur per la stampa, dalla sorveglianza sull'introduzione nel Regno dei libri a varie questioni di natura ecclesiastica. Dopo avere ottenuto il titolo marchionale nel 1734, solo pochi mesi dopo l'avvento di Carlo di Borbone al trono del Regno di Napoli, il F. veniva nominato, nel 1735, consultore di Stato a Palermo, e qui rimase fino all'estate del 1739, conquistandosi la piena fiducia del viceré B. Corsini. Nel 1740, ritornato a Napoli, veniva nominato, il 17 luglio, caporuota del Sacro Regio Consiglio e consigliere della Camera di S. Chiara, per assumere poi, nel 1743, anche la carica di prefetto del tribunale dell'Annona e l'ufficio di membro della delegazione della Real Giurisdizione. Un organismo, quest'ultimo, il cui compito era quello di impedire gli abusi, sia di carattere patrimoniale che giurisdizionale, dei vescovi, dei nunzi e dei collettori pontefici a danno dei cittadini del Regno, laici o ecclesiastici. Interpretò, durante l'intero periodo della sua carica, tutti gli articoli concordatari nel senso più restrittivo possibile per la giurisdizione ecclesiastica. Intorno al 1752 Tanucci elesse F. a suo consigliere ufficioso per la politica ecclesiastica, quando, con l'avvento al trono del piccolo Ferdinando IV di Borbone, di appena nove anni, si trovò a presiedere, nel 1759, il Consiglio di reggenza. Si aprì per F., un nuovo intenso periodo di attività, che raggiunse il suo apice dalla metà del 1761 alla primavera del 1763, in coincidenza con il sempre più deciso atteggiamento giurisdizionalista di Tanucci. La Curia romana organizzava, in quello stesso periodo, la resistenza contro la nuova offensiva regalista con la Relazione dei gravami della giurisdizione ecclesiastica nel Regno di Napoli e delle infrazioni al Concordato del 1762: erano elevate accuse e lagnanze vibratissime contro Tanucci e F. Quest’utlimo emanò nel febbraio 1762 una disposizione di non liceità, da parte del potere ecclesiastico, di comminare ai sudditi del Regno nessuna "imposizione o pena temporale". Tali ragioni ottennero una parziale soddisfazione: fu inviato da Roma un dispaccio della segreteria di Stato di Clemente XIII proprio il giorno della morte del F., avvenuta a Napoli il 9 febbr. 1763.
Persona, Artista
Ruolo: Incisore
Periodo: (sec. XVIII)
Ruolo: Incisore
Periodo: (sec. XVIII)
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IRCRES (GE) - ISEM | UTENZA: Y.I.4 | No | Biblioteca |