Persona

Biografia

Non si conoscono bene le sue origini, forse veneziano o forse lombardo, ma è certo che Vittorio Baldini nel 1566 aveva una ben fornita tipografia nella città ducale di Ferrara dove tra il 1560 e il 1600 – durante la lunga signoria di Alfonso II – l'arte tipografica continuava a fiorire. Egli si distinse non solo per essere tipografo diligente, bene attrezzato, ma anche uomo di cultura, buon disegnatore e incisore, facile versificatore. Fu il tipografo dell' Accademia degli Intrepidi per cui disegnò ed incise l'emblema. Per proprio conto stampò talune opere del Tasso: l'Aminta nel 1581 – subito dopo l'edizione manuziana – e la replicò nel 1582; pure nel 1581 pubblicò l'edizione della Gerusalemme liberata curata da Carlo Bonnà, con le "Allegorie" dell'autore, cui fece seguito, tra il 1584 e il 1589, l'edizione delle liriche; nel 1586 le Rime di Tasso e di altri per le nozze di Cesare d'Este con Virginia de' Medici. Importante fu la sua attività di editore e stampatore di opere musicali. Dal 1575 al 1597 fu stampatore ducale e quando la discendenza diretta degli Estensi si esaurì gli fu riconfermata la carica di stampatore ufficiale col titolo di stampatore camerale. Egli mantenne questo incarico sino alla morte avvenuta nel 1618. La sua officina tipografica si trovava nel Borgo dei Leoni al cantone detto "della Campana" dall'insegna del suo negozio, che egli usò anche come marca editoriale, assieme a molte altre (circa dieci), e talune singolari per ideazione ed incisione, tutte dovute alla sua fantasia di incisore e di disegnatore; la sua libreria era all'insegna della Fenice, forse perché appartenuta in passato ai Giolito. Una delle sua edizioni risulta stampata a Venezia, ed è possibile che abbia lavorato anche a Mantova

Monografia (1589) Gli artifitiosi et curiosi moti spiritali di Herrone. Tradotti da M.Gio. Battista Aleotti d'Argenta. Aggiontoui dal medesimo quattro theoremi non men belli, & curiosi de'gli altrj. Et il modo con che si fà artificiosamte salir vn canale d'acqua viua, ò morta, in cima d'ogn'alta torre. Al sereniß.mo Signore D. Alfonso II. Duca di Ferrara suo signore