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Il lavoro vuole offrire un'analisi di come i ceti nobiliari amalfitani, non più in grado di trovare strade per il successo personale e delle consorterie di appartenenza se non attraverso il “controllo” delle dinamiche interne cittadine o la ricerca di rendite stabili e sicure, come l'acquisizione di cariche pubbliche, già a partire dal XIV secolo cercassero di rafforzare questa loro presenza nella sfera della vita sociale ed amministrativa anche attraverso il controllo dei monasteri, sfruttando il peso che le famiglie avevano all'interno degli stessi. L'indagine sulle relazioni tra aristocrazia e comunità monastiche femminili ad Amalfi pone l'attenzione, in particolare, sul rapporto della famiglia del Giudice con il monastero di S. Lorenzo del Piano.
# | Collocazione | Prestabile | Disponibilità | |
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ISEM (MI) - ISEM | Coll 29.41 | No | Biblioteca |