Ludovico Dolce lavorò al servizio dei Giolito per i quali tradusse, commentò, plagiò opere antiche e moderne. Bembista nella lirica, scrisse rime, tragedie, poemetti mitologici e biblici, tradusse e imitò Virgilio, Ovidio, Catullo, Orazio, Cicerone, ecc. Si interessò, scrivendo opere al riguardo, delle polemiche sull'utilizzo della lingua volgare e sulla supremazia del colore o del disegno tessendo le lodi dell'artista Tiziano