Persona

Biografia

Francesco Stelluti, naturalista e letterato, è stato uno dei quattro fondatori dell'Accademia dei Lincei (1603). Si trasferì a Roma giovanissimo esercitando la professione giuridica per tutta la vita e dedicandosi contemporaneamente agli studi letterari e a quelli scientifici. Il 17 agosto 1603 fondò, insieme a Federico Cesi, Johannes van Heeck e Anastasio de Filiis, l'Accademia dei Lincei, all'interno della quale viene nominato Consigliere Maggiore con il compito di insegnare ai soci matematica, geometria e astronomia. Viene anche nominato proponitor delle macchine e degli strumenti matematici e provisor e calculator sui moti delle stelle. L'appellativo scelto dallo Stelluti per sé all'interno del sodalizio linceo è Tardigrado, che ben rispecchia la sua indole di uomo e studioso tranquillo, prudente e versatile. Il suo astro protettore è Saturno, quale tutore della capacità di riflessione e di speculazione e il suo motto, Quo serius eo citius, non a caso sottolinea la convinzione secondo la quale solo con la riflessione è possibile arrivare alla Sapienza. Nel 1612 fu eletto procuratore generale dell'Accademia e l'anno seguente si recò a Napoli per fondarvi una sezione dell'Accademia "Il Liceo", che fu affidata a G. B. Della Porta. Dopo la morte di F. Cesi (1630) S. cercò di salvare l'Accademia, ma senza successo. Riuscì solamente a completare nel 1651 la pubblicazione del Tesoro messicano, corredato dall'annotazione di alcuni accademici e dalle venti Tabulae phytosophicae di Cesi. S. ridusse in tavole sinottiche i quattro libri Della fisonomia di tutto il corpo humano di G. B. Della Porta e nel Trattato del legno fossile minerale (1637) descrisse il legno fossile di Acquasparta. La sua più notevole fatica letteraria è stata proprio la traduzione delle satire di Persio in versi sciolti, pubblicata in un volume che contiene due illustrazioni di soggetto zoologico

Monografia (1630) Persio tradotto in verso sciolto e dichiarato da Francesco Stelluti Accad. Linceo da Fabriano all'ill.mo et r.mo sig.re il sig. cardinale Barberino