Persona

Biografia

Detto il Sarzana, dal nome della sua città natale, era figlio di un orefice in contatto con i Cibo Malaspina di Massa e con G. B. Salvago, vescovo di Luni–Sarzana. Quest'ultimo gli fornì i primi rudimenti del disegno mettendogli a disposizione "in abbondanza stampe, dissegni, e rilievi" sui quali esercitarsi. Inviato a Genova, dopo una breve permanenza nella bottega del pisano A. Lorni, divenne allievo di G. B. Paggi, rientrato da poco da Firenze. Attorno al 1607 ebbe inizio un soggiorno a Roma e la sua produzione pittorica con committenze sempre più importanti. Ritornò a Genova attorno al 1617, dove risiedette per lungo tempo a seguito dell'incontro con G. Lomellini, futuro doge, che gli affidò l'incarico di decorare il suo palazzo, nei pressi della Zecca. Intorno al 1624 partecipò all'allestimento di un arco trionfale in onore di Ferdinando, infante di Spagna. Da quel momento il F. fu chiamato sempre più spesso a far fronte ad incarichi pubblici, fino a divenire una sorta di iconografo ufficiale della Repubblica di Genova; allorché la città decise di eleggere solennemente a sua "regina" la Vergine (25 marzo 1637), il F. fornì cartoni e disegni per l'apparato allestito nella cattedrale di S. Lorenzo e per la statua di culto, opera di G. B. Bissoni. L'iconografia della Madonna regina di Genova, divulgata capillarmente dalle monete, che a partire dallo stesso 1637 ne recarono l'effigie, divenne in breve motivo d'orgoglio fra le nazioni genovesi attivamente presenti in altre città, come dimostrano le tele che il F. inviò a Napoli (oggi nella chiesa del Turchini) e a Palermo (quest'ultima, però, interamente riferibile alla bottega). Dal 1644 in avanti si intensificò la sua attività – iniziata nel 1634 – come fornitore di "invenzioni" per gli incisori incaricati di realizzare le antiporte di testi di varia natura (Leggi delle compere di S. Giorgio, Genova, Pavoni, 1634; G. A. Alberto, Il sole ligure nella casa Lercara, ibid., Calenzani, 1644; F. Federici, Della famiglia Fiesca, ibid., Faroni, [1646]; G. B. Veneroso, Il genio ligure risvegliato, ibid., Peri, 1650; Statuta criminalia Serenissimae Reipublicae Ianuensis, ibid., Guaschi, 1653; L. Assarino, Giuochi di fortuna..., Venezia, Giunti, 1655; A. Aprosio, La grillaia, Napoli, De Bonis, 1668). Dal 1640 in poi la sua bottega diventò un punto di riferimento imprescindibile per i giovani genovesi che intendevano dedicarsi alla pittura: vi transitarono Valerio Castello e poi Gregorio De Ferrari; vi soggiornarono molti allievi, fra i quali spicca G.B. Casoni, il quale, nei primi anni del quinto decennio, fungeva da vero e proprio alter ego del F. e che rimase fino alla fine molto legato al Fiasella. Dal 1637 in poi è documentata un'intensa attività del F. come mercante d'arte, sia in proprio che per conto terzi, o come perito nella valutazione delle collezioni.

Monografia (1653) Criminalium iurium Sereniss.mae Reipublicae Ianuensis libri duo. Quorum primus modum procedendi, secundus delictorum poenas continet quibus additae sunt omnes leges, & decreta ad materiam criminalem pertinentia, cum aliquibus veterum statutorum declarationibus, & correƈtionibus, omniumque serè magistratuum civitatis auƈtoritatibus in criminalibus. Et quidem sub unoquoque capite ordinatim ac distinƈtè positis. Cum duplici Indice Statutorum, & Materiarum ad commodiorem & faciliorem omnium usum