Persona

Biografia

Nacque a Siena, probabilmente intorno al 1530, figlio di Giacomo e fratello di Girolamo e Sebastiano. Libraio ed editore fu attivo come tipografo a Venezia dall'inizio del 1560 alla fine del secolo, e come editore a Bergamo, Bologna, Ferrara, Pavia, Verona e, forse, Modena. In quel periodo la città lagunare, nonostante i primi segni di declino, era ancora una delle capitali europee del libro ed attirava numerosi tipografi da altre città. Da Siena oltre a De Franceschi si trasferì a Venezia anche Giovan Battista Ciotti, che lavorò per lui e per i Giunta. Nonostante si fosse stabilito a Venezia, rimase molto legato a Siena, tenendo sempre a sottolineare le sue origini nelle sottoscrizioni dei libri da lui stampati o editi, nelle quali faceva seguire l'aggettivo "Senese" al suo nome, talvolta firmando semplicemente "Francesco Senese" (probabilmente anche per distinguersi da un omonimo tipografo "padovano"). La sua prima edizione datata che si conosca è del 1561: "De propositione inhaerente aliter, quam alii antea senserint explicatio" di Remigio Migliorati, pubblicata insieme a "De demonstrationis medio termine" e "De putredine disputatio" dello stesso autore. Lo si trova sottoscritto nel "Capitolo de librai & stampatori", in qualità di "compagno alla banca" il 27 aprile 1572 e nelle lettere dei Manuzio. Veniva lodato per la sua correttezza nella vendita dei prodotti e per essere un pagatore sicuro anche se lento. La sua produzione tipografica merita un posto di rilievo nel panorama editoriale della Venezia della seconda metà del secolo XVI. Risultano almeno 220 sue edizioni (in realtà saranno state certamente molte di più) in poco meno di un quarantennio. Inoltre, nonostante la sua attività si svolga pressoché tutta in epoca postridentina, rispetto ad altre aziende contemporanee (basti pensare ai Giolito de Ferrari) gli effetti della svolta conciliare non incidono sulla sua produzione: i libri di carattere teologico–religioso o devozionale non sono più numerosi di quelli di altri generi, né più significativi; mentre buona parte del sapere tecnico–scientifico del suo tempo è rappresentato nel suo catalogo: architettura, medicina, botanica, aritmetica, geometria, arte militare, musica ecc. Le dedicatorie delle sue edizioni sottolineano più di una volta il suo interesse dichiarato per una letteratura "professionale" che fornisca buoni testi a chi è chiamato a svolgere attività specialistiche. De Franceschi fu attivo anche a Bologna, dove fece stampare da G. B. Bellagamba la "Pratica medica" di Johann Jacob Wecker e l'"Ornithologiae libri XII" di Aldrovandi. A Bergamo collaborò con Comino Ventura, a Colonia (ma potrebbe trattarsi di un falso luogo di stampa) con il conterraneo G. B. Ciotti per due edizioni dei Commentaria a Galeno di Francisco de Valles nel 1592. Nel 1569 figura inoltre tra i componenti di una società che doveva stampare a Venezia, tra l'altro, il "Corpus iuris civilis", insieme con Gaspare Bindoni, Nicolò Bevilacqua e Damiano Zenaro. I quattro fecero incidere per l'occasione un'unica marca tipografica che riuniva le loro quattro insegne: la Pace per De Franceschi, la mano che regge un candelabro per Bindoni, la salamandra che brucia per Zenaro e la Pazienza per Bevilacqua. Inoltre, dai frontespizi e dai colophon sio apprende che collaborò, oltre che con il più volte citato Chrieger, con Pietro Dusinelli, con D. Zenaro, con Giorgio Angelieri, Paolo Venturini, Giacomo Vidali, Francesco Ziletti e i Giunta. Talvolta usò la formula vaga: "appresso Francesco de Franceschi Senese e compagni", come nel "Furioso" dell'84 e nei Versi di Bernardino Baldi del '90. Per quanto riguarda la marca tipografica De Franceschi usò sempre la raffigurazione della Pace: una donna seduta accanto ad una colonna con un ramoscello d'olivo in mano, recante talvolta il motto: "per me qui si riposa e 'n ciel si gode". Si sa poco delle sue idee religiose: nel 1571 fu ammonito e rilasciato dal S. Offizio, mentre nel '99 fu inquisito insieme all'altro senese Ciotti, a Roberto Meietti e ai Sessa per l'importazione dalla Germania di un volume dei Centuriatori di Magdeburgo, di un libro d'astronomia proibito e di altre opere. Se la cavò con la minaccia di una multa di cento ducati. Non si sa esattamente quando De Franceschi morì: dal 1599 compare, nei libri stampati dalla sua azienda, la sottoscrizione "heredi di Francesco de Franceschi" (i figli Giovanni Antonio e Giacomo), che si riscontra almeno fino al 1608. Probabilmente la sua morte sarà da collocare proprio negli ultimi scorci dei sec. XVI o all'inizio del XVII.

Monografia (1589) Pappi Alexandrini Mathematicae collectiones. A Federico Commandino Vrbinatae in latinum conuersae, & commentarijs illustratae