Amore, Nicola
Biografia
Nacque a Roccamonfina (Caserta) da famiglia di nobile stirpe. Si laureò in giurisprudenza nel 1850 e iniziò la sua carriera nella magistratura fino a essere nominato giudice civile nel 1860. Dopo l'ingresso di Garibaldi divenne segretario generale della questura di Napoli e poi questore, trovando una situazione sociale e politica molto complessa: da un lato il dilagare del brigantaggio sino alla periferia della stessa città, il prepotere della camorra nella vita cittadina e negli stessi ruoli della Pubblica Sicurezza, dall'altro le condizioni d'instabilità politica create dalle intemperanze degli estremisti repubblicani, e le incongruenze dei clericali e dei borbonici. In questo clima Amore ordinò l'arresto di Ciccio Cappuccio, uno dei principali esponenti della camorra ed epurò la questura di Napoli da funzionari e agenti collusi con l'associazione criminale. Lottò contro il sovversivismo clericale e borbonico, sfrattando, con la forza pubblica, delle monache del monastero della Sapienza(coda che gli valse una scomunica dalla Chiesa), in applicazione della legge sulle Congregazioni. Ordinò l'arresto in ferrovia della principessa Barberini–Colonna di Sciarra, consegnataria di lettere cifrate del noto agitatore borbonico G. Quattromani al duca Caracciolo di Brienza, uno dei capi dei borbonici rifugiati a Roma. Grazie alla decifrazione delle lettere, Amore poté procedere all'arresto di numerosi esponenti della nobiltà napoletana. Nel 1865 fu eletto nel collegio di Teano, ma nel 1866 il presidente del Consiglio del Regno d'Italia Ricasoli lo chiamò alla direzione generale della Pubblica Sicurezza. Alla caduta del ministero Ricasoli, Amore lasciò il ministero degli Interni, nel 1867 fu eletto deputato di Campobasso, nel 1870 deputato di Napoli e di Sansevero nel 1874. In questi anni iniziò la sua brillante carriera di penalista, che fece di lui il principe indiscusso degli avvocati napoletani durante un ventennio. Nel 1884 fu eletto sindaco della città di Napoli, subito dopo il terremoto di Casamicciola. La situazione della città era tragica: priva dei più elementari servizi igienici, di ospedali per malattie infettive, di cimiteri, di acqua, con una popolazione accozzata nei mefitici "bassi" dei quartieri Porto, Pendino, Mercato e Vicaria. Amore iniziò l'opera di "risanamento" partendo nell'immediato dalla dotazione di fognature. Per la sua capacità di affrontare l'epidemia del colera il 26 novembre del 1884 fu nominato senatore e nel 1885 riuscì ad ottenere dal parlamento l'approvazione della "legge speciale" per Napoli, che permise l'inizio del piano generale di "risanamento" della città. Fu allora costruito l'acquedotto di Serino, vennero ripuliti i vecchi quartieri, fu iniziata la costruzione dei nuovi rioni del Vomero, dell'Arenella, dell'Arenaccia, del Vasto; furono aperte nuove arterie con il prolungamento della via del Duomo sino al mare e la costruzione dei Rettifilo, venne dotata la città di un moderno sistema d'illuminazione, furono costruiti il tunnel di Fuorigrotta e la galleria Umberto I. Perse le elezioni del 1889 e si ritirò a vita privata in totale isolamento.