Risorsa Analitica di Monografia

Ente
Lingua: Italiano
Paese: Italia
Persona, Avvocato e politico
Ruolo: Curatore
Periodo: 1828 - 1894
Note biografiche: Nacque a Roccamonfina (Caserta) da famiglia di nobile stirpe. Si laureò in giurisprudenza nel 1850 e iniziò la sua carriera nella magistratura fino a essere nominato giudice civile nel 1860. Dopo l'ingresso di Garibaldi divenne segretario generale della questura di Napoli e poi questore, trovando una situazione sociale e politica molto complessa: da un lato il dilagare del brigantaggio sino alla periferia della stessa città, il prepotere della camorra nella vita cittadina e negli stessi ruoli della Pubblica Sicurezza, dall'altro le condizioni d'instabilità politica create dalle intemperanze degli estremisti repubblicani, e le incongruenze dei clericali e dei borbonici. In questo clima Amore ordinò l'arresto di Ciccio Cappuccio, uno dei principali esponenti della camorra ed epurò la questura di Napoli da funzionari e agenti collusi con l'associazione criminale. Lottò contro il sovversivismo clericale e borbonico, sfrattando, con la forza pubblica, delle monache del monastero della Sapienza(coda che gli valse una scomunica dalla Chiesa), in applicazione della legge sulle Congregazioni. Ordinò l'arresto in ferrovia della principessa Barberini–Colonna di Sciarra, consegnataria di lettere cifrate del noto agitatore borbonico G. Quattromani al duca Caracciolo di Brienza, uno dei capi dei borbonici rifugiati a Roma. Grazie alla decifrazione delle lettere, Amore poté procedere all'arresto di numerosi esponenti della nobiltà napoletana. Nel 1865 fu eletto nel collegio di Teano, ma nel 1866 il presidente del Consiglio del Regno d'Italia Ricasoli lo chiamò alla direzione generale della Pubblica Sicurezza. Alla caduta del ministero Ricasoli, Amore lasciò il ministero degli Interni, nel 1867 fu eletto deputato di Campobasso, nel 1870 deputato di Napoli e di Sansevero nel 1874. In questi anni iniziò la sua brillante carriera di penalista, che fece di lui il principe indiscusso degli avvocati napoletani durante un ventennio. Nel 1884 fu eletto sindaco della città di Napoli, subito dopo il terremoto di Casamicciola. La situazione della città era tragica: priva dei più elementari servizi igienici, di ospedali per malattie infettive, di cimiteri, di acqua, con una popolazione accozzata nei mefitici "bassi" dei quartieri Porto, Pendino, Mercato e Vicaria. Amore iniziò l'opera di "risanamento" partendo nell'immediato dalla dotazione di fognature. Per la sua capacità di affrontare l'epidemia del colera il 26 novembre del 1884 fu nominato senatore e nel 1885 riuscì ad ottenere dal parlamento l'approvazione della "legge speciale" per Napoli, che permise l'inizio del piano generale di "risanamento" della città. Fu allora costruito l'acquedotto di Serino, vennero ripuliti i vecchi quartieri, fu iniziata la costruzione dei nuovi rioni del Vomero, dell'Arenella, dell'Arenaccia, del Vasto; furono aperte nuove arterie con il prolungamento della via del Duomo sino al mare e la costruzione dei Rettifilo, venne dotata la città di un moderno sistema d'illuminazione, furono costruiti il tunnel di Fuorigrotta e la galleria Umberto I. Perse le elezioni del 1889 e si ritirò a vita privata in totale isolamento.
Lingua: Italiano
Paese: Italia
Persona, Politico
Ruolo: Curatore
Periodo: 1851 - 1933
Note biografiche: Nacque a Portici da famiglia dell'alta borghesia napoletana. Partecipò dapprima all'attività commerciale della ditta Minasi e Arlotta, dedicandosi successivamente alla vita politica, militando nella Destra liberale. Fu assessore ai Lavori Pubblici nell'amministrazione Amore e contribuì in modo rilevante, dopo l'epidemia colerica del 1884, all'elaborazione ed alle prime realizzazioni del piano per il risanamento di Napoli. Nel 1895 fu eletto direttore generale del Banco di Napoli e ricoprì la carica sino al 1897, prodigandosi nell'opera di riassestamento dell'istituto. Presentò la sua candidatura alle elezioni del 1897 e fu eletto dal terzo collegio di Napoli, che rappresentò anche nelle legislature successive sino al 1919, schierandosi fra i sostenitori di F. Crispi e quindi di S. Sonnino. Incaricato ripetutamente dalla Camera di presentare le relazioni annuali sul bilancio della Marina militare, pur essendo generalmente favorevole alla politica del ministro G. Bettòlo, Arloltta fu costretto a riconoscere che questa oggettivamente favoriva, contro l'interesse dell'erario, le speculazioni di alcuni fornitori privati, in particolar modo delle Acciaierie di Terni. Bettolo fu preda di un'esacerbata campagna contro di lui: Arlotta non aderì alla sfiducia espressa verso l'amministrazione della Marina dalla commissione d'inchiesta, bensì difese con abile intervento Bettòlo e si prestò alla manovra della maggioranza giolittiana per soffocare lo scandalo, presentando nella seduta del 4 luglio 1906 un ordine del giorno di approvazione della politica navale, che, votato di sorpresa, pose fine alla discussione e ad ogni accertamento delle responsabilità. Nel 1909 Arlotta fu eletto ministro delle Finanze nel ministero Sonnino. La sua posizione riguardo alla guerra mondiale fu quella di una politica di neutralità che fosse effettiva preparazione delle migliori condizioni politiche e militari per l'intervento. Nel 1914 si schierò a favore del governo Salandra e nel maggio successivo fece parte della commissione parlamentare per lo studio del disegno di legge per i poteri straordinari al ministero. Nel 1916, dopo la caduta del governo Salandra, entrò a far parte del governo Boselli come titolare del nuovo ministero dei Trasporti marittimi e ferroviari, e gli spettò la responsabilità dei rifornimenti di uomini e di materiali al fronte durante la decima battaglia dell'Isonzo e l'offensiva sull'Ortigara. In quel periodo si recò negli Stati Uniti con la missione, capeggiata da Ferdinando di Savoia, di allacciare trattative in materia di rifornimenti e di trasporti navali. Dimessosi nello stesso mese di giugno nel corso di una parziale crisi del governo Boselli, fu nominato ministro senza portafoglio e mantenne tale carica sino alla caduta del ministero nell'ottobre successivo. Partecipò alla riunione costitutiva del "Fascio parlamentare di difesa nazionale", il cui programma era la continuazione della guerra ad oltranza. Nel 1919 fu nominato senatore occupandosi prevalentemente di problemi marittimi e ferroviari. Morì a Napoli
Lingua: Italiano
Paese: Italia
Persona, Principe di Satriano e duca di Taormina
Ruolo: Curatore
Periodo: 1824 - 1892
Note biografiche: Nobile, storico dell'arte, collezionista d'arte italiano e autore prolifico di articoli di argomento storico–artistico, era figlio di Agata Moncada di Paternò e Carlo Filangieri e nipote dell'illustre Gaetano Filangieri. Impegnò gran parte della propria vita alla ricerca e alla collezione di opere artistiche, in special modo quelle legate alla città di Napoli, di cui fu sapiente erudito. Si impegnò sempre nello studio della storia cittadina, il suo nome infatti è legato fortemente alla Società Napoletana di Storia Patria. Nel 1883 acquistò la facciata del palazzo Como di cui era prevista la demolizione parziale per l'apertura di via Duomo. La facciata venne arretrata di venti metri in linea con l'asse viario. Filangieri promosse inoltre la ristrutturazione degli interni del palazzo. Decise inoltre che sarebbe stato l'edificio in cui sarebbero state poste tutte le opere d'arte collezionate da lui. Il palazzo fu donato al Comune affinché lo utilizzasse come museo, il quale venne inaugurato nel 1888. Il suo interesse per la città si manifestò anche nella politica: da consigliere comunale promosse l'istituzione del Museo Artistico Industriale di Napoli, che verrà poi intitolato a Filippo Palizzi. Oltre all'interesse verso le emergenze monumentali di Napoli, egli si dedicò alla loro difesa in una commissione municipale per i monumenti, al fianco di personaggi del calibro di Bartolomeo Capasso e Gennaro Aspreno Galante. Dopo un lungo oblio, la figura e l'opera di Gaetano Filangieri, principe di Satriano, specie per la sua attività relativa al Museo–Scuole ed Officine del Museo Artistico Industriale di Napoli, è stata oggetto di nuove indagini, studi, mostre e pubblicazioni d'inediti. Promosse inoltre varie pubblicazioni, tra cui i Documenti per la storia, le arti e le industrie delle provincie napoletane in sei volumi pubblicati nel periodo 1883–91.
Lingua: Italiano
Paese: Italia
Persona, Insegnante
Ruolo: Curatore
Periodo: 1834 - 1917
Note biografiche: Figlio dell'insegnante di calligrafia dei Borbone, sin da piccolo fu affascinato dal mestiere dell'insegnamento, mentre guardava il padre che insegnava le lettere al giovane Francesco II di Borbone. A quattordici anni perse in un incidente entrambi i genitori e rimase orfano. Il Re Ferdinando II, cresciuto anch'esso con gli insegnamenti del padre del ragazzo, prese a cuore il destino del povero orfanello trovandogli in fretta un impiego al ministero delle finanze, per garantirgli una vita dignitosa ed uno stipendio fisso. Nonostante l'appoggio del Re, Martuscelli non era soddisfatto della sua vita e continuò a studiare segretamente per diventare insegnante di scrittura, proprio come il padre. Nel 1836, scrisse un trattato dal titolo “Rudimenti di Storia delle Due Sicilie”. Appena ventenne, si recò nell'ospizio dei Santi Giuseppe e Lucia ad insegnare la scrittura ai poveri analfabeti. Qui conobbe numerosi ciechi, persone all'epoca trattate alla stregua di pazzi. Nel 1873 Martuscelli tenne la prima lezione di scuola elementare per bambini ciechi all'interno di un ex convento abbandonato. Fu un primato in tutta Italia. Da quel momento in poi i ciechi iniziarono ad ottenere sempre più diritti all'interno del Regno d'Italia, fino ad ottenere dall'anno 1886, che i bambini non vedenti potevano frequentare tutte le scuole pubbliche italiane, vivendo una vita “normale”. Nel 1912 riuscì a rendere legale anche l'insegnamento della musica ai non vedenti.
Lingua: Italiano
Paese: Italia
Persona, Professore di lingua e letteratura francese
Ruolo: Curatore
Periodo: 1835 - 1912
Note biografiche: Fu uomo di cultura, professore di lingua e letteratura francese presso diverse scuole della città di Napoli e presso il Regio Collegio Militare. Fondò e diresse le scuole tecniche municipali di Napoli, fu fondatore e Direttore onorario della scuola tecnica di Portici e nel 1879 della Scuola Professionale Serale di Napoli (Scuola ferroviaria) cui diede il suo nome e che funzionò fino al 1927, primo esempio di scuola serale per studenti lavoratori in Italia. Eletto consigliere Comunale a Napoli nel 1883 e nel 1889, vice Sindaco nel 1884, assessore con il carico della Pubblica Istruzione nel 1885 e 1887. Nel 1880 pubblicò una monografia dal titolo "Le scuole di Napoli"
Lingua: Italiano
Paese: Italia
Persona, Avvocato, patriota e politico
Ruolo: Curatore
Periodo: 1842 - 1913
Note biografiche: Nacque nel Principato Citra. Partecipò all'impresa garibaldina nel 1860, combattendo in Sicilia, e per la presa di Capua, che gli valse la conquista sul campo dei galloni di caporale. A partire dal 1883 fu assessore al comune di Napoli e deputato al Parlamento Italiano, per sette legislature, fino a 1913. La figura del giurista e patriota, strenuo difensore dei bisogni del Meridione, è oggi ricordata in numerosi scritti, oltre ad essere rappresentata nel Salone dei Busti, presso il palazzo di Castelcapuano, sede storica del Tribunale e della Corte di Appello di Napoli.
Lingua: Italiano
Paese: Italia

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La quarantanovesima sessione straordinaria del Consiglio Comunale di Napoli affronta, in presenza dei 43 consiglieri intervenuti, l'istituzione a Napoli, col concorso del Governo, della Provincia , del Comune e della Camera di Commercio di una stazione sperimentale per l'industria delle pelli, con lo scopo di fornire insegnamenti teorici e pratici nell'ambito dell'industria guantaia e di eseguire, per conto di privati, esperimenti e ricerche sulla concia e sulla coloritura delle pelli, esaminare materie concianti e tintorie


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