Periodo: 1494 - 1555
Note biografiche: Georg Bauer, latinizzato col nome di Giorgio Agricola, già all'età di vent'anni fu nominato rettore straordinario di greco alla Grande Scuola di Zwickau, in Germania, e iniziò anche la sua carriera di scrittore in filologia. Dopo due anni si ritirò da questo incarico per proseguire i suoi studi di medicina, fisica, e chimica a Lipsia. Conseguì il suo dottorato in Italia dal 1524 al 1526. Agricola tornò a Zwickau nel 1527, e fu scelto come fisico della città a Joachimsthal, un importante centro minerario e metallurgico boemo. La sua profonda conoscenza della filologia e della filosofia lo aveva abituato al pensiero sistematico, fornendogli la capacità di teorizzare i suoi studi e osservazioni sui minerali in un sistema logico, che cominciò a pubblicare nel 1528. Il suo dialogo "Bermannus, sive de re metallica dialogus" scritto nel 1530, rappresentò il primo tentativo di portare la conoscenza dal puro piano teorico della scienza del tempo a quello pratico del lavoro ed ebbe successo: il libro iniziava con una lettera di apprezzamento di Erasmo da Rotterdam. Nello stesso anno il Principe Elettore Maurizio di Sassonia lo nominò storiografo, dandogli un contratto annuale, e così Agricola emigrò a Chemnitz, il centro dell'industria mineraria dell'epoca, in modo tale da poter ampliare il suo raggio di osservazione. I cittadini mostrarono di apprezzare molto i suoi studi, nominandolo fisico della città nel 1533. Nello stesso anno, egli pubblicò un libro sul sistema di pesi e misure di Greci e Romani, intitolato "De Mensuis et Ponderibus". La sua popolarità, tuttavia, ebbe vita breve perchè la città di Chemnitz fu teatro di un violento movimento protestante, mentre Agricola non aveva mai abbandonato la fede nella vecchia religione cattolica: fu quindi obbligato a rassegnare le dimissioni dalla sua carica pubblica di borgomastro. Si ritirò a vita privata, lontano dai movimentati contenziosi dell'epoca, votandosi interamente allo studio. Il suo interesse principale restava sempre la mineralogia, anche se continuava a occuparsi di medicina, matematica, teologia e storiografia. La sua principale opera storica fu "Dominatores Saxonici a prima origine ad hanc aetatem", pubblicata in Sassonia. Nel 1544 pubblicò "De ortu et causis subterraneorum", in cui poneva le basi della geologia fisica e della geologia applicata, criticando le vecchie teorie sull'argomento. Nel 1545 seguì "De natura eorum quae effluunt e terra", nel 1546 "De veteribus et novis metallis", un compendio sulla scoperta e occorrenza dei minerali, mentre nel 1548 pubblicò "De animantibus subterraneis", a cui seguirono negli anni seguenti svariate piccole pubblicazioni sui metalli. Il suo lavoro più famoso, "De re metallica libri ХІІ", fu pubblicato nel 1556, sebbene apparentemente sia stato terminato molti anni prima, vista che la dedica all'elettore e suo fratello è datata 1550. Questo libro è un completo e sistematico trattato sull'attività mineraria e sulla metallurgia, ed è illustrato con raffinate e interessanti xilografie, e inoltre contiene in appendice gli equivalenti in tedesco dei termini tecnici usati nel testo in latino. Questo libro è rimasto a lungo un'opera di riferimento, e pone il suo autore tra i più esperti chimici del suo tempo. Credendo che la roccia nera di Schlossberg presso Stolpen fosse la stessa del basalto di Plinio il Vecchio, le assegnò questo nome, originando così un termine petrologico che è rimasto permanentemente nel vocabolario scientifico. Agricola, rimase fino alla fine dei suoi giorni uno strenuo cattolico, sebbene tutti a Chemnitz si fossero convertiti al luteranesimo. Si dice che Agricola morì per un attacco di apoplessia dovuta a un'accesa discussione con un teologo protestante. Morì a Chemnitz il 21 novembre 1555, ed era così violento il risentimento teologico nei suoi confronti, che non fu neanche sepolto nella città a cui aveva dato lustro. Tra due ali di dimostranti, fu portato a Zeitz, a sette chilometri e mezzo di distanza (7 miglia terrestri prussiane) da Chemnitz, e fu sepolto nella chiesa parrocchiale della città. "De Re Metallica" è considerato un documento classico dell'alba della metallurgia, rimasto insuperato per due secoli: nel 1912 il Mining Magazine di Londra ne pubblicò una traduzione fatta dall'ingegnere minerario americano Herbert Hoover, ricordato anche nella sua veste di presidente degli Stati Uniti d'America, e da sua moglie Lou Henry Hoover. É considerato, insieme al Biringuccio, fondatore della mineralogia e della moderna metallurgia.
Lingua: Tedesco
Paese: Germania
Ruolo: Dedicatore, Tipografo
Periodo: 1539 - 1579
Note biografiche: Stampatore veneziano, attivo dal 1539 al 1582. Stampò anche nella città di Roma tra il 1539 e il 1577, associato con il fratello Francesco, con Girolamo Cartolari dal 1543 al 1547 e con Giuseppe De Angelis nel 1577. Alcune edizioni del 1583 recano la sottoscrizione degli eredi di Michele e Francesco. L'abbondante produzione di Tramezzino tra edizioni di opere letterarie, storiche e giuridiche ha una marca tipografica raffigurante la Sibilla.
Lingua: Italiano
Paese: Italia
Ruolo: Dedicatario
Periodo: 1521 - 1553
Note biografiche: Maurizio era il quarto figlio, ma il primo ad essere sopravvissuto, del duca cattolico Enrico IV di Sassonia e della protestante Caterina di Meclemburgo. A 11 anni andò a vivere al castello del suo padrino, Alberto di Brandeburgo, cardinale arcivescovo di Magdeburgo e Magonza. Per due anni visse alla corte cardinalizia finché lo zio, il duca Giorgio di Sassonia, richiese il suo ritorno in madrepatria affinché potesse ricevere un'istruzione cattolica per poter succedere un giorno al padre. Maurizio nel 1541 sposò Agnese la figlia maggiore del cugino, il langravio Filippo I d'Assia. Il 18 agosto 1541 il Duca Enrico morì e Maurizio gli succedette come Duca di Sassonia e capo della linea albertina. Georgio di Carlowitz, uno dei nuovi consiglieri del Duca, consigliò a Maurizio (di modo da prevenire una guerra con l'imperatore Carlo V e con suo fratello Ferdinando, allo stesso tempo Re dei Romani e suo confinante come Re di Boemia) di non promuovere ulteriormente il protestantesimo. Egli perciò decise di prendere parte agli scontri tra le armate imperiali e quelle turche di Solimano il Magnifico, Sultano dell'Impero Ottomano, (1542), contro Guglielmo di Jülich–Kleve–Berg (1543) e contro il Re Francesco I di Francia (1544). D'altro canto il Duca confiscò le proprietà della Chiesa cattolica impossessandosi di un'enorme fortuna. Le basi legali del provvedimento furono stabilite con il "Nuovo Ordine Nazionale" (Neue Landesordnung) dal 1543. Successivamente, Maurizio, si rifiutò di far parte della Lega di Smalcalda guidata dai protestanti, anche se il Langravio Filippo d'Assia, suo amico e suocero, era uno dei capi della lega. La causa principale del suo rifiuto fu la sua opposizione alla linea ernestina, guidata da Giovanni Federico I a cui il Sacro Romano Impero aveva promesso l'elettorato sassone, ora nelle mani di Giovanni Federico. Nella settimana santa del 1542, avvenne tra i due il processo per il feudo di Wurzener (Wurzener Fehde), dato che erano vicini ad una guerra di famiglia, perché Giovanni Federico I aveva occupato e amministrava liberamente la regione di Wurzener. Le controversie si erano anche originate dalla politica fiscale in questa zona. L'intervento del langravio Filippo d'Assia e di Martin Lutero prevenne la guerra. A causa della strenua opposizione mossa da Giovanni Federico I ad accogliere la Chiesa evangelica imposta dall'Imperatore Carlo V, il 20 luglio 1546, in accordo con la politica imperiale venne emanato un bando imperiale (Reichsacht) contro di lui, fatto che legittimò Maurizio a prendere possesso del feudo di Wurzener. Attraverso queste dimostrazioni di forza, l'imperatore voleva evitare una futura propagazione del protestantesimo in Europa. Dopo iniziali successi, il Duca si alleò con l'imperatore per sconfiggere la Lega di Smalcalda con le sue armate invase la Boemia. Nel momento cruciale, la Battaglia di Mühlberg, presso l'Elba, l'Imperatore e suo fratello Ferdinando, con l'aiuto di Maurizio poterono sconfiggere la Lega di Smalcalda catturando il langravio Filippo e Giovanni Federico I. In accordo con le cronache dell'epoca, tutto ciò avvenne in un solo giorno, il 24 aprile 1547. Nella speranza di sfuggire alla decapitazione, Giovanni Federico consegnò Wittemberg nelle mani di Maurizio; con questo, egli ricevette la dignità elettorale e nuove terre. Il Duca Maurizio di Sassonia lasciò il campo di battaglia il 4 giugno 1547 e prese possesso dell'Elettorato. La nomina ufficiale ebbe effetto, ma solo più tardi ed a caro prezzo: egli aveva accolto la chiesa evangelista ed aveva posto il proprio suocero, Filippo d'Assia, in una situazione che non gli offriva prospettive. Maurizio gli assicurò che avrebbe potuto evitare di essere visto come un traditore, solo se si fosse arreso all'Imperatore. In ogni caso, Filippo venne fatto prigioniero ed esiliato, pur dopo essersi gettato alle ginocchia di Carlo V. Maurizio, dopo questi avvenimenti, insultò i propri compatrioti con l'appellativo di "Giuda", elemento che fu disapprovato anche dall'imperatore (dal momento che ora Carlo V tentava di reintrodurre il cattolicesimo nei territori protestanti dell'impero), e protestò anche per la continua prigionia del suocero, il Langravio Filippo, malgrado la sua libertà fosse stata garantita da Carlo V. Maurizio espose questi fatti alla Dieta di Augusta il 25 febbraio 1548, dove avvenne la formalizzazione dei possedimenti di Maurizio nell'Elettorato di Sassonia. Ricevuto l'ordine di catturare i ribelli luterani nella città di Magdeburgo (1550), Maurizio colse l'occasione per rivolgersi contro Carlo V con altri principi protestanti. Nel Trattato di Chambord siglato con il re francese Enrico II nel gennaio 1552, Maurizio promise al re denaro e armi per una campagna contro Carlo V. Come ricompensa, Enrico avrebbe dovuto cedere quattro città imperiali conquistate (Metz, Toul, Verdun e Cambrai) con le loro diocesi, anche se Maurizio non aveva i diritti per ottenerle. Nel marzo 1552 i ribelli giunsero nel sud della Germania, sfociando in Austria, forzando l'imperatore ad arrendersi ed a rilasciare Filippo d'Assia. Mentre Enrico di Francia attraversò il Reno ed occupò le terre imperiali promesse a Maurizio, l'imperatore, preso alla sprovvista, si spostò a Villaco. In vista di questi successi, Maurizio lasciò l'alleanza con Enrico II e negozio un trattato con il fratello di Carlo, il re Ferdinando I, a cui Carlo V aderì volontariamente. Con la Pace di Passavia, firmata nell'agosto del 1552, la posizione dei luterani venne momentaneamente garantita. Come contratto della pace vi era anche il rilascio effettivo di Giovanni Federico I di Sassonia e del langravio Filippo d'Assia. La guerra terminò nel 1556 con Ferdinando I; le città imperiali rimasero un possesso francese. Quando Maurizio tornò in Sassonia, protestanti e cattolici erano trattati con egual rispetto. Inoltre questo era stato promosso da diverse lettere dell'imperatore al fine di conservare la pace; poco dopo, ricominciò la guerra contro gli ottomani in Ungheria. Il margravio Alberto Alcibiade di Brandeburgo–Kulmbach (che rifiutò l'armistizio di Passavia) conquistò velocemente le diocesi di Würzburg e di Bamberga (che rimasero sotto il suo controllo per undici anni sebbene fossero formalmente proprietà di Giovanni Federico I), e la città imperiale di Norimberga. Questo fu l'inizio della Seconda guerra dei margravi, che si concluse con la Pace di Augusta del 1555. Maurizio incentrò le proprie alleanze su Ferdinando I e nel 1553 vinse la Battaglia di Sievershausen, ma venne colpito da una pallottola all'addome e morì due giorni dopo sul campo di battaglia, a 32 anni. Venne sepolto nella cattedrale di Freiberg. Dal momento che Maurizio morì senza eredi maschi sopravvissutigli, il fratello Augusto gli succedette come Elettore. Egli si stabilì a Dresda, poco dopo la morte di Maurizio, e il monumento funebre di Maurizio (Moritzmonument), divenne il primo monumento storico nazionale della Sassonia
Lingua: Tedesco
Paese: Germania
Ruolo: Dedicatario
Periodo: 1487 - 1555
Note biografiche: Nato Giovanni Maria Ciocchi del Monte è stato il duecentoventunesimo papa della Chiesa cattolica e il centoventinovesimo sovrano dello Stato Pontificio dal 1550 alla morte. Nacque a Roma da Vincenzo Ciocchi del Monte, famoso giurista, e da Cristofora Saracini. Fu educato, secondo i dettami dello zio cardinale Antonio Maria Ciocchi del Monte, in un prestigioso oratorio presso il Laterano, dove ebbe come tutore l'umanista Raffaele Lippo. Seguendo le orme del padre, in seguito, studiò giurisprudenza nelle Università degli Studi di Perugia e di Siena. Quando, dopo la laurea, fu avviato alla carriera ecclesiastica, studiò teologia sotto il domenicano Ambrogio Catarino Politi. Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1504, divenne cancelliere di papa Giulio II. Nel 1511 suo zio, Antonio Ciocchi del Monte, fu creato cardinale. Nel 1513 succedette allo zio come arcivescovo di Siponto (oggi Manfredonia, in Puglia). Nel 1521 aggiunse anche la diocesi di Pavia. Il 16 febbraio 1513 fu presente alla cerimonia di inaugurazione della nuova sessione del Concilio Lateranense V. Durante il Sacco di Roma del 1527, fu uno degli alti prelati consegnati da papa Clemente VII alle forze dell'imperatore come ostaggi. Avrebbe potuto restare ucciso assieme agli altri a Campo de' Fiori, se non fosse stato liberato in segreto dal cardinale Pompeo Colonna. Fu creato cardinale presbitero nel concistoro del 22 dicembre 1536 da Paolo III, il giorno successivo ricevette la berretta rossa e il 15 gennaio 1537 ricevette il titolo di San Vitale. Prese parte alla commissione incaricata della preparazione del concilio di Trento. Il 13 dicembre 1545 aprì la prima sessione dei lavori nella sua funzione di legato pontificio (fu uno dei tre legati papali, assieme all'inglese Reginald Pole e a Marcello Cervini, il futuro papa Marcello II). Nel 1547 appoggiò la decisione di trasferire il concilio a Bologna.
Lingua: Italiano|Latino
Paese: Italia
Contenuto in
Dedicata, come la maggiornanza delle pubblicazioni di Agricola, a Maurizio, elettore di Sassonia, quest'opera è probabilmente la più filosofica e "scientifica" dei suoi trattati. Essa, infatti, si divide in libri che trattano delle cose sotterranee che vengono fuori da sole e delle cose che devono essere scavate. Nel primo caso si riferisce all'acqua acqua e altri liquidi, aria, vapore e fuoco. Poi, dopo un excursus sull'origine della roccia, delle montagne, delle colline e delle vene sotterranee, cioè della matrice in cui si formano questi oggetti, Agricola tratta tipi speciali di terra e liquidi pietrificati, delle pietre, di metalli o minerali, e, alle miscele di diverse sostanze
Sibilla seduta di profilo tiene con la mano sinistra un libro aperto. In alto la scritta: Sybilla. In cornice figurata
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IRCRES (GE) - ISEM | UTENZA: Y.I.1 | No | Biblioteca |